7 aprile 2022
Damiano Pecile, classe 2002, è una mezz’ala di piede destro in forza alla Primavera di Andrea Soncin, di cui è uno dei perni del centrocampo. Nato a Burnaby, Canada, da una famiglia di origini friulane, è approdato in laguna dal Vancouver Whitecaps, la stessa formazione che ha lanciato il connazionale ed amico, nonché stella del Bayern Monaco Alphonso Davies, ha quest’anno collezionato con la maglia della Primavera del Venezia 18 presenze impreziosite da sei reti.
“Mio padre era un calciatore, non raggiunse grandi livelli ma amava questo sport, quindi da quando sono nato sono cresciuto immerso in questo ambiente. I miei nonni altresì sono italiani, di Udine, quindi ho sempre guardato anche con loro la Serie A in televisione. Mio padre sin dalla tenera età mi incoraggiava a giocare, ed io avevo sempre il pallone con me, sino a quando ho iniziato a giocare per la squadra della mia città natale, di cui proprio mio padre era l’allenatore.
Il mio sogno è sempre stato quello di arrivare giocare a calcio in Europa, specialmente in Italia viste le origini della mia famiglia, quindi quando è giunta l’opportunità di vestire la maglia del Venezia, ne sono stato orgoglioso, e non mi sono lasciato scappare l’occasione. Ho parlato con Alex Menta e sono stato convinto subito dal progetto di una società che rappresenta una delle città più belle del mondo, quindi non ci ho pensato due volte, ero semplicemente entusiasta.
In MLS, dove giocavo prima, il gioco è più orientato sulla fisicità che sul piano tecnico-tattico, invece qui in Italia è tutta un’altra storia: ogni match viene studiato nei minimi dettagli e la tecnica risulta essere un aspetto fondamentale.
A 13 anni ho partecipato alla Milan Academy, e per due mesi mi sono rapportato con quella realtà. Alla fine di questa esperienza che potremmo definire come un periodo prova, i rossoneri mi hanno chiesto di rimanere, ma ero molto giovane, e avrei costretto anche la mia famiglia a trasferirsi in Italia con me, quindi ho preferito aspettare di essere più grande per un passo del genere.
Con molti dei miei compagni ora viviamo all’H-Farm Campus, un posto che personalmente mi piace molto.
Quando ero più giovane il mio idolo era Kakà, adoravo vederlo giocare per cercare di apprendere i segreti delle sue doti, questo considerando che all’epoca giocavo anche io da numero 10. Poi quando ho arretrato il mio raggio d’azione ho iniziato a focalizzarmi più sui centrocampisti, su tutti Luka Modrić, vederlo giocare è per me fonte di grande ispirazione.
Credo di essere un esempio di centrocampista moderno e dinamico, in cui si possono rinvenire buone capacità fisiche, come ad esempio la velocità, così anche strettamente tecniche, come passaggi, dribbling e conclusioni, che credo possano essere definiti i miei punti di forza. Cerco sempre comunque di migliorarmi, sopratutto senza palla e nella fase difensiva.
Nel tempo libero adoro concedermi del buon cibo, che in Italia è ovviamente un must; per il resto mi piace passarlo con la mia famiglia e con i miei amici, con cui generalmente gioco alla Playstation, nella fattispecie a Fifa, e con cui guardo neanche a dirlo le partite di calcio.
Dal punto di vista musicale i miei generi preferiti sono l’hip hop e la musica latina.
Non ho dei particolari rituali pre-match, ma sono una persona religiosa quindi prego la notte prima delle partite, come del resto ogni altra sera.
Avere una squadra multiculturale come la nostra è di sicuro un plus, ma ovviamente richiede più tempo per entrare in sintonia, e questo spiega anche il nostro percorso in campionato, dove siamo arrivati a creare la chimica perfetta solo nella seconda parte di campionato, dove infatti abbiamo ad ora conseguito sette vittorie consecutive.
Il nostra obiettivo è la promozione in Primavera 1, questo perché abbiamo tutte le qualità per poterlo fare, e perché i giocatori hanno tutte le carte in regola per salire di categoria, e soprattutto se lo meritano”.