30 settembre 2022
Laguna è un festival di respiro internazionale alla sua prima edizione, una due giorni di musica facente seguito al successo della data zero tenutasi nel mese di maggio.
Sabato 1 e domenica 2 ottobre nei due palchi del festival, il Main Stage ed il Warm Up, si alterneranno nella cornice di Forte Marghera artisti dalla caratura internazionale, ma, peculiarità del festival, questi saranno tutti italiani: una scelta, quella degli organizzatori, avente la ratio di valorizzare la scena elettronica nazionale.
Sarà la prima volta a Venezia di Whitemary con il suo progetto live, e così anche per quell’Enea Pascal fondatore insieme a Cosmo di Ivreatronic. Ben altra storia invece per quanto riguarda il miranese Fango, o Spiller, icona veneziana e autore della celebre Groovejet (If This Ain't Love), un pezzo passato anche alla storia per essere stata la prima canzone mai suonata su di un iPod.
L’obiettivo dichiarato di Laguna sembra quindi essere quello di cercare di colmare il gap con le grandi città italiane come Milano, Torino o Bologna, dove a livello di festival si ritrovano delle realtà già rodate e conosciute a livello nazionale.
Venice by Venezia ha incontrato per l’occasione Jacopo Lucano, architetto la cui firma si rinviene già su alcuni dei migliori eventi dell’underground veneziano degli ultimi anni, nonché organizzatore del festival insieme a Massimo Santi, anch’egli promoter di realtà trasversalmente conosciute quali Aperitivo al Verde e Floristeria.
Cosa ci può dire di Laguna Festival?
La nostra è una realtà ancora in fase embrionale, ma che ha come obiettivo quello di cercare affermarsi nel veneziano. Certo è che la volontà di divenire un punto di riferimento per l’intero Nord-Est è presente, questo in connubio però con la coscienza del fatto di aver molto da imparare da altre realtà nazionali e non alle quali da anni volgiamo il nostro sguardo. C’è bisogno di lavoro per far sì che ciò accada, ma la strada per arrivarci a mio avviso è certamente in primis far comprendere alle persone ciò che è l’esperienza di Laguna e l’estrinsecazione della sua idea in un dancefloor.
La proposta a livello di line-up è ovviamente importante, ed è una cosa che curiamo nei minimi dettagli, ma è un aspetto che rimane nella dimensione particolare rispetto alla complessità, e allo stesso tempo alla semplicità, di ciò che è Laguna, ed è proprio questo unicum che vogliamo arrivi alla gente. Lo stesso claim di quello che chiamiamo festival trascende la sua etimologia, infatti si parla di “an informal guide to escape”, ergo la definirei più propriamente come un’esperienza a 360°.
Dall’attenzione per la qualità del suono, sino alla ricercata proposta food and beverage curata da Santi Group, tutto segue lo stesso fil rouge. Spiegarlo a parole non è facile, ma credo che chi fosse presente alla data zero possa capire di cosa parlo.
Come nasce la partnership con Venezia FC?
La premessa è che sono veneziano ed un tifoso del Venezia, sono in Curva con i miei amici ogni volta che posso, ma la volontà di collaborare con il club deriva dal fatto che negli ultimi anni è diventato qualcosa che va oltre il calcio. Credo che il Venezia al momento rappresenti un vero e proprio movimento culturale, in cui la subcultura calcistica e del tifo si incontra con arte e moda. Non un qualcosa che si adatta alla tendenza, ma che ne è demiurgo. Inoltre penso che il club sia divenuto una sorta di simbolo di Venezia in Italia così come all’estero, viene da sé dunque che essendo una delle eccellenze del territorio volevamo affiancarla al nostro progetto, con cui personalmente rivedo molte affinità.
Venezia può essere un luogo difficile dove organizzare degli eventi, cosa si auspica per la città in questo senso?
Il nostro festival è contenuto all’interno della rassegna Città in Festa del Comune di Venezia, per cui per quanto riguarda il nostro caso particolare le istituzioni ci sono state vicino. Se parliamo di Venezia centro storico, gli eventi, la notte, e tutto ciò che riguarda questo mondo, risulta essere un tema piuttosto delicato e che meriterebbe forse più attenzione e un’inversione di tendenza, questo per non rischiare di guardare alla libertà del passato come ad una retrotopia.
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Per maggiori informazioni e per acquistare i biglietti, visita il sito laguna.bdelivery.it. Segui Laguna su Instagram @laguna.festival.