31 dicembre 2023
Al termine del suo primo anno di lavoro al Venezia FC, il Direttore Sportivo e General Manager Filippo Antonelli ha raccontato la sua esperienza alla guida del club arancioneroverde, del suo rapporto con la proprietà, la città e la tifoseria sempre mantenendo il focus sulla squadra e sul lavoro quotidiano in sinergia con Mister Vanoli.
Il tuo primo anno a Venezia è stato sicuramente molto intenso, quando sei arrivato la situazione non era delle migliori sia dal punto sportivo che ambientale. Su cosa ti sei concentrato inizialmente per cercare di risollevare il club?
Sicuramente il mio primo periodo qui è stato caratterizzato dall’osservazione e dalla conoscenza dell’ambiente, lavorando in stretto contatto con lo staff dirigenziale e l’allenatore. Ci siamo focalizzati subito su cosa potesse dare la squadra e che motivazioni avesse per poi poter operare sul mercato che si sarebbe aperto di lì a poco.
In questo anno solare sono stati fatti grandi passi in avanti, basti pensare che il Venezia ha raccolto più punti di tutti dopo il Parma..
E’ stata una cavalcata molto difficile, non dimentichiamoci che fino a marzo eravamo ancora in lotta per non retrocedere. Nel finale di stagione la squadra ha svoltato e ha espresso tutto il suo potenziale raggiungendo un ottavo posto insperato dal quale è nata la consapevolezza che la stagione 2023/24 avrebbe potuto essere importante grazie alla continuità del lavoro dell’allenatore che è un nostro punto di forza.
Una delle tue caratteristiche principali è senza dubbio quella del culto del lavoro, pensando al presente ma sempre con un focus al futuro cercando di trasmettere la tua filosofia a tutte le persone con cui lavori.
I dirigenti cercano sempre di portare avanti la visione della proprietà, che è ambiziosa e ha fatto tanti investimenti improntando una visione vincente al club. Tutti dobbiamo cercare innanzitutto di non dimenticare il presente, perché attraverso quello determiniamo il futuro, poi sicuramente dobbiamo perseguire i nostri sogni, i nostri obiettivi in prospettiva cercando di non accontentarci mai e sapendo che si può sempre migliorare. E’ stato un anno fantastico, nel quale il Venezia ha riportato allo stadio tantissimi tifosi riaccendendo la loro passione per questi colori ma, per me, tutto questo è già storia. Un altro anno se n’è andato e quanto fatto fino ad oggi non basta. Attraverso il lavoro quotidiano dobbiamo impegnarci sempre di più, non ci sono altre strade per raggiungere grandi obiettivi.
Uno dei grandi successi del tuo lavoro e di tutto il club è sicuramente quello di aver coinvolto sempre di più il popolo arancioneroverde organizzando diversi incontri con i giocatori e costruendo un rapporto sempre più solido tra squadra e tifoseria. Ritieni che queste attività abbiano portato i loro frutti?
Sicuramente si, ma non avrei mai potuto fare nulla senza il supporto della società, di tutte le persone che lavorano al Venezia FC e di Mister Vanoli che è un lavoratore instancabile ed è riuscito a creare più di tutti un’alchimia con i nostri tifosi.
In futuro dovremmo essere bravi a cambiare e innovarci con nuove iniziative che possano stimolare i nostri tifosi, ma sempre con l’idea di essere un corpo unico con società squadra città e tifosi.
Una struttura all’avanguardia come il nostro centro sportivo Ca’ Venezia, in che modo ha cambiato il modo di lavorare all’interno del club rispetto all’anno scorso?
Duncan e i soci hanno dato una visione innovativa e ambiziosa a questo club. Ca’ Venezia è un esempio lampante di questo perché è un centro sportivo innovativo e all’avanguardia che ci permette di far crescere la prima squadra ma anche il nostro settore giovanile e femminile. Le strutture oggi sono alla base del successo di ogni società sportiva, i grandi investimenti fatti dalla proprietà devono essere per tutti una motivazione ulteriore per ripagare questi sforzi, portando il Venezia il più in alto possibile.
Nel corso dell’anno hai espresso più volte il concetto di “equilibrio” sia all’interno del club che nell’ambiente esterno. Cosa intendi nello specifico?
Come giusto che sia, il calcio è uno sport passionale che coinvolge le comunità e la gente, a Venezia come in tutta Italia. Dopo una vita trascorsa all’interno di questo mondo, l’equilibrio è un concetto fondamentale perché vivere di eccessi in questo sport non aiuta. Noi dirigenti dobbiamo essere bravi a rimanere concentrati sia nei momenti positivi che in quelli negativi, rimanendo focalizzati sul proprio lavoro che rappresenta un punto di forza. L’equilibrio è necessario perché qualsiasi cosa fatta solo con emotività non aiuta un dirigente. E’ giusto che i tifosi vivano il calcio con entusiasmo e passione, sono una parte integrante di questo sport ed è nostro compito cercare di dare loro delle soddisfazioni mantenendo sempre il focus sul lavoro quotidiano.
La squadra di quest’anno è molto giovane e composta da elementi duttili in grado di ricoprire più ruoli, senz’altro dietro la costruzione della rosa si vede il connubio tra il tuo lavoro e quello di Mister Vanoli.
La rosa è composta da giovani di valore, in primis perché è questa la linea che vuole seguire la proprietà: lavorare sui giocatori di prospettiva che possano crescere. Inoltre, anche a Mister Vanoli piace lavorare con i ragazzi, facendoli crescere e abbiamo cercato di creare quel giusto mix in squadra per permettere al Venezia di avere una sua identità. Siamo una delle squadre più giovani del campionato e vogliamo portare avanti questo progetto lavorando sempre in sinergia.
Hai citato il Presidente Duncan Niederauer, che cosa rappresenta per te una figura come la sua?
Durante l’anno il rapporto con il Presidente e con tutti i proprietari è stato sempre in miglioramento, la conoscenza aiuta a rafforzare le relazioni. Io posso solo che ringraziarli e averli visti entusiasti in questi mesi deve essere un motivo di orgoglio per noi dirigenti, per la squadra e per i tifosi.
Buoni propositi per il nuovo anno?
Vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti sia a livello sportivo che non, migliorando quanto fatto l’anno scorso e spingendo sull’acceleratore sempre di più.